giovedì, dicembre 27, 2007

lunedì, novembre 05, 2007

El purtava glié Sgalbar

una storia scritta da un mio amico

El se ciamava Neno.

El purtava gli Sgalbar perché erano gli anni 50, era appena finita la guerra e nei paesi di montagna il progresso stentava ad arrivare, gli Sgalbar si faceva in casa, bastava trovare un paio di scarponi vecchi, si recuperava la tomaia e la suola era già fatta; si andava nel bosco e si tagliava un tronco di Maggiociondolo e, a casa, con la sgorbia e altri attrezzi da marangone si procedeva a fare la pianta degli Sgalbar. Ci si metteva una correggia di ferro a lati e delle brocche fatte in Val di Ledro; in Val di Ledro sono famosi per le brocche per le scarpe.

Questo artificio di mettere le brocche sotto le scarpe e la correggia di ferra ai lati, evitava il consumo veloce del legno cosi gli Sgalbar duravano anche degli anni.

Si faceva un po’ fatica a camminare per via della suola di legno rigidissima e ad andare sulle montagne dove ci sono i graniti e non era poi cosi comodo, molte volte ci si trovava in fondo al masso di granito distesi sul fieno selvatico, per le frequenti scivolate .

El se ciamava Neno

era un uomo sulla cinquantina, almeno cosi credo, perche io l’ho visto sempre cosi, non invecchiava mai: testa rasata con i capelli tagliati ad un millimetro, faccia tondeggiante e un colore scuro derivato dal troppo sole che prendeva.

Non perche stesse in spiaggia in riva al lago ad abbronzarsi, ma pechè lui faceva il Fameii, lavorava per gli altri a giornata; ed era sempre in campagna o, sui sentieri della montagna, a fare il portatore .

Il suo carattere era buono non si arrabbiava mai.

Raramente, se non mai, lo ho sentito alzare la voce o imprecare.

Tutti i ragazzi del paese lo ciamavano con cordialità e, un po’, anche per prenderlo in giro.

Credo, per via della consanguineità dei genitori, fosse un po’ tardo di mente, o, forse, perche aveva dovuto abbandonare la scuola per guadagnarsi il companatico.

Quando la domenica si andava a messa cantata delle 10 e ai vespri delle 14 , lo si trovava sempre davanti alla porta degli uomini della chiesa.

Noi monellacci di 8 - 13 anni gli si correva incontro e, la prima domanda che gli facevamo era questa “ quant’ agn ghet Neno “ (quanti anni hai Neno ), lui con un sorriso che andava da un orecchio all’altro rispondeva la solita frase ”tant’agn coma la Maria de Mori“.

Non avendo ricevuto una risposta che soddisfacesse la nostra curiosità, gli si chiedeva “quant’ agn a ga la Maria de Mori?“

E lui di rimando “tancg coma mi“.

Credo che nessuno dei noi ragazzi sapesse in che anno era nato, solo, quando son diventato adulto, ho scoperto in che anno era nato, siccome la Maria de Mori era dello stesso anno di mia nonna Annetta, anche lui era del 1896 .

Si raccontava che un giorno era presso una famiglia benestante, per del lavoro nella campagna di Storo, gli amici vedendolo un po’ più paffutello del solito gli chiesero: ” Come ti trattano i signori. ti danno da pranzo manicaretti squisiti.” “Certamente, tutti i giorni cambiano menù, pensate, che ieri, per farmi contento, mi hanno arrostito un pollastro, mai mangiato niente di cosi speciale. Povero pollastro, il giorno prima era morto di “tabarelo“.(malattia dei pulcini quando prendono la pioggia freddissima)”.

Indagando un po’ più approfonditamente si venne a sapere che era un pulcino morto .

InfinitI altre aneddoti su di lui si raccontavano nelle notti invernali, racchiusi nelle stalle a far filo, era un argomento molto interessante e ci si divertiva .

Ma il ricordo che non riesco a cancellare dalla mia memoria, è: quando alla messa cantata della domenica, passava il Monich (quello che raccoglie l’elemosina) con il suo bastone e saccoccia di stoffa a raccogliere l’elemosina; ebbene, lui che avrebbe avuto bisogno di ricevere, metteva la mano nella tasca dei pantaloni e usciva con le sue 10 Lire e le offriva con un sorriso di soddisfazione. Credo che pensasse fra sé: “anche oggi ho fatto il mio dono come tutti gli altri, per il pranzo di domani... qualcheduno provvederà. “

Tutte le volte che ho assistito alle messe sia in Latino che in Italiano, le sue 10 lire son cadute nella saccoccia del Monich.

Non era un Uomo guida della nostra comunità, ma credo che molti uomini della mia generazione abbiano apprezzato la sua semplicità e onestà nelle cose piccole, e ne traggano ancora esempio nella loro esistenza, per non perdere il passo del nostro cammino, in questi tempi di furbacchioni che cercano di accumulare ricchezze, su ricchezze .

Un giorno quando mi presenterò alla porta di S. Pietro lo troverò dietro di lui, nel paradiso dei contadini e dei fanciulli, con le sue vecchie 10 lire che ora sono diventate il tesoro più importante per lui.

Se avrò la fortuna di passare anche quell’ultimo esame, sono sicuro che assieme al mio papà e a mio fratello Luigino, ci sarà anche lui a farmi da guida ai pascoli e alle montagne della nostra immaginazione.





El purtava glié Sgalbar. e l’ erà un gran porr diaol,

El se ciamava Neno , el magnava un posì mort de tabarelo

Ma a tutte le msse al metteva 10 franc nel sacatt del monich

Quat’ ang ghet Neno .

Taing coma la Maria de mori

E la Maria de Mori quat’ agn la ga

Tant’ co’ ma mi

martedì, ottobre 30, 2007

tornata primavera

stasera quì il cielo è di un azzurro così eccezionale, sai quell'azzurro tendente un pò al viola, le case risaltano e vien di pensare alle chicchierate fatte sulla spiaggia nelle sere d'estate.
quando si parla di ogni cosa e le stelle sembrano danzarti sulla mano.

si stasera è proprio una serata da chiacchierate al chiar di luna.

venerdì, settembre 28, 2007

la passione

un mio carissimo amico dice:
che
donne e uomini appartengono a specie diverse,
e, se nn fosse per la passione, manco si parlerebbero.

credo che la passione sia l'insieme di innumerevoli cose

non c'è: coperta, amante, scaldino, romanzo ... che possano sostituirla,
ancor più la sera



martedì, settembre 18, 2007

io, da grande, se sono brava, posso nascere gatto?


lo guardo

è mollemente steso sul mio letto,
tutto allungato per star più fresco.

il campanello del pc...
solo un fremito sfiora le palpebre,
socchiude, quasi , gli occhi,

ma troppa fatica sarebbe, aprirli.
si stiracchia, e si gira sull'altro fianco,

fastidioso pc che rumoregia.

giovedì, settembre 13, 2007

festa del maiale

ma che ci volete fare
se anche calderoli
vuole la sua festa?

domenica, settembre 09, 2007

per i commentatori anonimi

cortesemente firmare e lasciare l'indirizzo mail

grazie

venerdì, agosto 31, 2007

proverbio romano:

sono come una campana,
come mi suoni
cosi suono

martedì, luglio 17, 2007

ricordi di campeggio

moltissimi i bei ricordi legati al campeggio:

il mare di ogliastro,
l'amore fatto un pò per gioco
un pò perchè .....nn sò.

dolci impastati e venduti,
nuovi amici di ogni dove,
nuovi dialetti,
nuove cucine,
"la locomotiva", pablo.

la sila,
le piogge improvvise
e noi, sotto la tenda,
appassionati sapiens,
al riparo in una caverna di stoffa.

in campeggio, poi,
daniele, mici e pesci rossi :-)
mirtilli, mucche curiose.

e fiamme al cielo
per un arrosto speciale,
mici giocosi, bimbi bagnati,
magliette dipinte e vendute.

e marcantonio e bruto,
da Stradford-upon- Avon,
raccontano ai bimbi splendide storie
di battaglie, e grandi condottieri.

anche viaggi solitari,
per amarmi un pò,
per premiarmi un pò.

lunedì, luglio 02, 2007

che meraviglisa avventura esere genitori

quando partì,
nove mesi fà era un ragazzo,

sabato scorso è arrivato quì un uomo.

ho ancora gli occhi pieni dei suoi sorrisi da ragazzo,
dei suoi sguardi interrogativi,
delle piccole rivolte quotidiane.

il cuore ancora mi dice:
è un ragazzo,
ma vedo un adulto.

splendido nella sua serenità,
nella consapevolezza,
nel rispetto.

e mi dico:
ho fatto bene il mio lavoro,
senza tragedie nè traumi è diventato adulto.

ma ho ancora gli occhi pieni dei suoi sorrisi da ragazzo,
delle sue braccia da bambino,
delle giocherellate sul lettone.

venerdì, giugno 01, 2007

prima sentenza G8

La prima sentenza per il G8 è stata emessa una settimana fà.
non ne ha parlato nessuno,
nè repubblica, ne l' ANSA,
nè il manifesto,
nè l'unità.

e on line solo 4 citazioni.
la settimana scorsa intitolate strade a Calabresi,
tuti ne hanno parlato.

Ovviamente Pinelli è desparecido.

strana italia con i cogne tutte le sere in tv,
e poi, il deserto

mercoledì, maggio 16, 2007

il tempo

fff
il cielo è diventato grigio,
i fiori di carta sembrano meno colorati,


sarà il tempo che minaccia pioggia?
il tempo che allunga la lontananza,

il tempo ..
barometri, chilometri

anche il tempo si confonde
e nn sà più quale sia

lunedì, maggio 07, 2007

domande

dall'album di mio figlio:

ambiente: bus pienissimo
spettatori: un'intero pulman, tra gli altri un ragazzo nero
"Mamma ma quello è nero perchè è sporco e nn si lava?"
ambiente un'intero bus in silenzio a sentire la risposta °0°

ambiente: cena a casa
ospiti tra cui un ragazzo spastico grave:
"quello mi guarda e ride, ma che è scemo?"
ambiente: 10 adulti in religioso silenzio ad ascolatre la risposta °0°

ambiente: sotto il portone di casa
appena uscito dall'asilo:
"mamma che ne pensi di ciro?"
io "ciro chi?"
MA CIRO IL GRANDE !!! §°0°§

ambiente: autobus agosto, 3 di pomeriggio
mamma dove vò il sole quando và dietro le montagne?
signora gentile:
"ma caro bambino, il sole è stanco e và a dormire :-)"
e lui:
" ma che dici! và dalle persone dietro le montagne! :-)"

domenica, maggio 06, 2007

la madonna del capitello

Questa storia è stata scritta da un mio amico, che gentilmente mi ha concesso di pubblicarla quì


Quando si era piccoli, il posto più bello era il letto dei miei Genitori, e la domenica mattina liberi degli impegni della scuola, io e mio fratello più grade si entrava nel letto dei miei, mia madre usciva a prepararci il caffelatte con latte di capra, e si faceva colazione con il pane di tre quattro giorni.

Noi entravamo per farci raccontare qualche favola o qualche storia su personaggi locali .

Nessuno dei due fiatava eravamo attenti che la storia fosse come ce la aveva raccontata la prima volta, se per caso mio padre sbagliava, (credo che anche oggi i bimbi si comportino cosi, la loro fantasia galoppa ancora nell'oceano dei sogni, con altre immagini nuove ma anche antiche, anche se siamo nella civiltà del virtuale,(più virtuale che la fantasia dei bimbi che c'è ??? ).

Credo sia venuto il momento di raccontare questa storiella.

Non so in che epoca siano accaduti questi fatti, presumibilmente o sul finire del secolo 1890 o ai primi del 1900, sono certo che mia nonna era gia nata e trascorreva le sue giornate felici sotto l'impero di Checco Beppe; dopo divenne Italiana; anche se non ha mai detto una parola di tedesco. Parte di questa storia è dedicata a lei, grande intrattenitrice di giovani fanciulli nelle stalle dove si svolgevano i filò della montagna, nelle giornate nevose dell'inverno .

Un bel giorno nel nostro piccolo paese si presentò un pittore viaggiatore, era parecchio che non mangiava bene, i pochi soldi che aveva guadagnato con i suoi quadri erano finiti da un pezzo.

Giunto in paese andò a cercare la persona che presumeva più rgiata o almeno che mangiasse bene; così busso alla porta della canonica, gli aprì il parroco Don Fulgenzio da Tiarno che gli chiese cosa desiderasse.

Il pittore gli raccontò la sua storia e la vita che stava facendo e, gli chiese se avesse qualche lavoretto di pittura, o qualche restauro da fare.

Il parroco si ricordava di avere un capitello in campagna che era stato rovinato, l' immagine della madonna si era staccata tutta dall'intonaco.

Propose al pittore di fargli un affresco con l'immagine della madonna. In cambio gli avrebbe dato vitto e alloggio finché non avesse terminato il lavoro; gli avrebbe lasciato anche il tempo per dipingere quadri per suo conto, che poi avrebbe venduto.

Il pittore, essendo parecchio affamato, accettò l'incarico ben volentieri.

Si strinsero la mano per confermare il e Don Fulgenzio chiamò la perpetua e le raccomandò di trattare bene il pittore, le disse: "un giorno cucina pollo arrosto, uno coniglio al forno con patatine, un giorno pasta e fagioli con cotiche. vedrai che ci farà una madonna bella che tutta la valle ci invidierà".

Passò la prima settimana, anche la seconda; un mese, due mesi; ma il lavoro non procedeva bene; alle domanda del parroco il pittore diceva che stava ancora cercando l'ispirazione.

Il parroco diede al pittore ancora un mese di tempo per terminare il lavoro. nel frattempo il pollaio e la stalla degli animali si erano ridotte drasticamente, il parroco era dovuto andare a chiede in prestito dai contadini alcuni conigli e polli.

Passato il mese, interpellato il pittore per vedere a che punto era giunto il lavoro aveva ricevuto questa risposta: “L' ispirazione c'è ma ci sono dei problemi con il muro. L'affresco è una pittura difficile da eseguire.

A quel punto Don Fulgenzio prese le sue contromisure per salvare gli ultimi conigli e polli che gli erano rimasti nel pollaio, chiamò la perpetua e le diede ordine che da quel giorno sostituisse il menù con: polenta e cipolle, brodino lungo, fagioli e molta insalata, la carne una volta alla settimana in razione ridotta.

Il Lunedì seguente il pittore disse a Don Fulgenzio: “Domani l'affresco con la madonna sarà finito e dopo mezzogiorno partirò per la città.”

Don Fulgenzio si stupì, se l'aspettava una reazione così, però non che terminasse il lavoro in una settimana. Riavutosi dalla sorpresa, gli disse che prima della sua partenza voleva vedere il lavoro finito.

La mattina seguente, di buon ora, si avviarono assieme Don Fulgenzio, il pittore e alla perpetua a vedere la Madonna dipinta.

Giunti al capitello il parroco entrò e rimase meravigliato dall’affresco, cosa vide?

La madonna di schiena, rivoltosi al pittore gli chiese se è venuto matto a fare quella pittura e gli disse che non erano quelli gli accordi presi.

Il pittore, allora, con aria serafica disse "Sa, Don Fulgenzio, io la Madonna l’avevo dipinta bene con il viso rivolto all'esterno, ma ultimamente era talmente stufa e ristufa di sentire l'odore di cipolla uscire dalla mia bocca che si è girata, e non c'è stato più verso farla rigirare ".

Mio padre a questo punto diceva "Questa è una storia vera, credetemi è vera perchè chi ve la racconta è ancora vivo; pensate voi che uno vivo vi racconti delle bugie?"

giovedì, aprile 19, 2007

quando cossiga si scriveva col kappa

quando il mondo era rosso o nero, ma vincevano sempre i bianchi;
quando la musica era fluido rosa;
quando le stragi erano fatte dai ballerini;
quando la crisi era una tigre di carta;
quando non c'erano nè la goletta verde nè i divieti di balneazione;
quando i palazzi crescevano più veloci dei funghi e più fragili;
quando ogni giorno a me sembrva un avventura;
quando il pci era ancora mamma;
quando i compagni che sbagliano non sbagliavano ancora;
quando le streghe impugnarono le scope;
quando

giovedì, aprile 05, 2007

MAZEMINO -TEROLDEGO E VIN D’ ISERA (STORIE DI VECCHI ALPINI DEL TRENTINO)

MAZEMINO -TEROLDEGO E VIN D’ ISERA
(STORIE DI VECCHI ALPINI DEL TRENTINO)
Correva l’anno 1932 e per il vecchio Kajserjaeger (Alpino ) Giovanni del Baoo de Ciaff arrivò il momento di andare avanti, di entrare nel paradiso degli eroi; durante la sua vita niente di eccezionale , e niente di cattivo
aveva fatto .
Aveva svolto il servizio militare, partecipato a qualche guerra ( 1915-1918 ) facendo il suo dovere,
in verità,per farsi coraggio, aveva abbondato nel prendere qualche bicchiere di vino e anche qualche grappino .
Per questo assomigliava molto ai nostri alpini: gente laboriosa: un ricordo , un bicchiere ; poi ancora un ricordo e forse anche 2 bicchierini di grappa,; poi la sera nell' andare a casa misurava la strada come un provetto geometra .
Di certo la moglie non era contenta nel sentire delle buffate d'alcool mentre lui tentava di baciarla ,
sparita la timidezza , ci proava ancora .
Era fortunato se veniva ancora acccettato nel letto matrimoniale , più delle volte andava nella stalla e si sdraiava sul mucchio delle foglie e intavolava dei discorsi alle sue giumente .
I discorsi sembravano pronunciati da un sindaco ben istruito o, addirittura, da un generale;tanta era la passione che ci metteva .
Come per tutti quelli che vanno avanti, la prima cosa che ci si presenta, è San Pietro in persona , di solito sta fuori sulla porta del paradiso, li riceve tutti , fa alcune domande e poi li destina: chi in paradiso, chi in purgatorio, alcuni anche all’inferno .
Anche Giovanni del Baoo de Ciaff , si trovò li davanti a S. Pietro, (guarda caso, all’ultimo istante aveva preso il suo solito grappino e un bicchiere di Teroldeg, per farsi coraggio un’ ultima volta) .
S. Pietro vedendo il vecchio alpino Giovanni, gli chiese cosa avesse fatto nella vita .
“” Ma cosa vuoi che abbia fatto?
ho tribolato parecchio , mi sono sposato con la mia Genoveffa ,
qualche litigata con lei ,
si si, mi è scappatodi bocca anche qualche moccolo .
Ecome tutti gli alpini qualche gotto di vino lo ho bevuto,
tutto qui “”
Dopo averci pensato un po’ S. Pietro prese la sua decisione:
“ Tutto sommato posso darti il permesso di entrare, pensa prima ho fatto entrare perfino un avvocato , certamente tu meriti un po’ di più , entra pure anche tu Giovanni del Baoo de Ciaff. “
Contento della sentenza apri la porta e incamminandosi per le strade del paradiso intono un canto della montagna “ Quando andremo fora per la Valsugana , a riveder la mama . La mama la sta ben il papa le ammalato ………………..”.
Il padrone del paradiso sentendo cantare a squarciagola e anche stuonatissimo , fece chiamare S. Pietro .
-Cosa mi combini , perchè hai fatto entrare quell’individuo lì , mi ha fatto diventare il paradiso come una fiera di paese , tu lo hai fatto entrare , ed ora trova il modo di farlo uscire e lascialo fuori dalla porta finche non abbia smaltito la sbornia .
S. Pietro pensa e pensa , ma non trovava il modo per farlo uscire con le proprie gambe , ( nel paradiso non si può usare la violenza bisogna usare tatto ed un po’ di furbizia ); dopo mezzora ecco balenare l’idea che faceva il caso suo , andò a prendere un tavolino un imbuto e si sistemo al di fuori della porta del paradiso.
Sistemata l’attrezzatura comincio a gridare attraverso l’imbuto “” Teroldego -Marzemino- Vin d’ Isera 5 soldi la becera , Teroldego -Marzemino- Vin d’ Isera 5 soldi la becera , Teroldego -Marzemino- Vin d’ Isera 5 soldi la becera .
Non passo nemmeno 1 minuto che si senti una sgalbaronata per le vie del paradiso , e una voce del vecchio Giovanni che gridava “” Dov’è , Dov’è ,Dov’è l’osteria che fa questi buoni prezzi ,che mi sono rimasti un po’ di spicciole da finire.””
Appena uscito dalla porta del paradiso , S Pietro raccolse la sua attrezzatura e entrato nel paradiso e con il canovaccio chiuse fuori dalla porta il Giovanni del Baoo de Ciaff a smaltire l’ ultima sua sbornia .
È per questo che i vini del Trentino : Teroldego -Marzemino- Vin d’ Isera ,sono diventati famosi , pensate li bevono non solo gli alpini , ma i maestri . i carabinieri , le donne . le giovani diciamo che quasi tutti un bicchiere l’ hanno bevuto.
Il Giovanni del Baoo de Ciaff ora gira tranquillo per le vie del paradiso , ma ogni tanto la nostalgia lo assale , cosi il suo sguardo attraversa le nuvole e si posa sulla cantina d’ Isera o quella di Mezzolombardo , solo per provare l’acquolina in bocca di quel dolce nettare ………………………………………………………
Note
Baoo =scuro buio come la fuliggine del camino
Ciaff = chiave in ferro forgiata sull’incudine
Sgalbaronata = rumore fatto dalle scarpe di legno dette Sgalbar
Fino al 1950 molti uomini e ragazzi li portavano , erano fatti con la suola di legno come gli zoccoli e poi la tomaia di cuoio come i scarponi

domenica, aprile 01, 2007

buon giorno,

i ranuncoli gialli del mio balconcino
si moltiplicano a dismisura,
quelli bordati d'arancio
(sarà il peso del doppio colore)
svettano più radi.

nn ho un gran pollice verde
ma anche le orchidee mi onorano della loro terza splendida fioritura,
il bonsai sulla mia finestra
di tanto in tanto somiglia ad un cespuglio,
(ma è così strano tagliar via splendide foglioline pistacchio)
e anche oggi sarebbe una buona mattina per potarlo

giovedì, marzo 29, 2007

a volte mi piace

a volte mi piace mettere su carta le emozioni.
mi piacciono le emozioni,
sono davvero democratiche
tutti le proviamo:
malinconia, dolcezza, languore,
ira, tenerezza, passione,
allegria, gioia, desiderio.
chiunque si riconosce nelle emozioni
come chinque si riconosce nella bellezza naturale.
un tramonto è sempre un bel tramonto
a qualunque latitudine,
con qualunque credo o religione
un tramonto è sempre un bel tramonto;
un giorno che rinucia al fare
la speranza di una buona notte.

venerdì, marzo 02, 2007

grazie

stasera mio figlio mi ha scritto:

grazie di avermi incoraggiato in questa bellissima esperienza

lunedì, febbraio 26, 2007

me ne accorgo

hai presente l'acqua cheta?

l'acqua calma, oleosa,
"trovola"pigra,
uno ciaaaaaaaac sciiiaac lento corposo, quasi solido.

acqua che nasconde tesori dei pirati olandesi,
acqua che copre vive e vivide barriere coralline,
acqua percorsa da grandi cetacei, e piccoli gamberi.

acqua mediterranea, gelida, tropicale
acqua madre del pianeta, figlia della pioggia;
acqua solida, liquida, gassosa.

acqua che d'improvviso si anima,
corre, rimbalza, tempesta.
iperreattività diffusa,
me ne accorgo
fa paura,lo vedo nelle facce degli altri

ma sempre acqua
figlia madre di questo pianeta

lunedì, febbraio 19, 2007

sabato, febbraio 17, 2007

che bello constatare che siamo stati delle cassandre,
manifestazione pacifica,
in tv sembrano tutti molto delusi,
si erano preparati a grandi scontri
e invece bambini con i genitori,
ragazze che ballano, i boyscout,
bandiere della pace,
servizio d'ordine della cgil,
e taaanta taaanta gente :-)

domenica, febbraio 11, 2007

varie ed eventuali

parteciperò ad un corso di incisione :-)

e anche ad uno di cucina
dell'istituto alberghiero :-)

penso che mi divertirò molto :-)

sniff sniff

oggi tutto sembra più profumato.
l'aria ,
le lenzuola,
è un piacere annusare :-)

tutto sa di pulito e di sapone
me mi piace pensare che sia perchè ho aggiunto sapone al detersivo

bravi micetti

ho tra i miei amici il micetto più bouno d'italia,
pensate che si fà fare le iniezioni mentre si accarezza,
proprio un dolciotto.

meno male, altrimenti sarebbe stato un casino da sola.
c'è sempre un pò di compensazione nelle cose.

sabato, febbraio 10, 2007

buon giorno §*_*§


buon giorno §*_*§
il micio è venuto a farmi le fusa,
avast si è rinnovato,

nn piove,

l'aria in casa sa di natale


sarà perchè i mici sculettavano allegramente

camminandomi innanzi
code ritte fieri, forti padroni del mondo :-)

sarà perchè dopo tanto tempo
non mi sento stanca.
mi è venuta voglia di metter su un bel ragù,
fare le tagliatelle
e le castagne

ottimo inizio a tutti

(la foto del micio che si lava i denti non è mia)

giovedì, febbraio 01, 2007

una tisana

che silenzio,
sento il click toc di yahoo,
un shhhhhhhhhhhhhhhhh da google,
uni scuck scick.. e mozzilla occhieggia in rete,

tutto tranquillo
tempo anche per una tisana,
per essere umani, per pensare ai tarallini alla cannella,
ai bicchieri nuovi e chi invitare a cena per inaugurarli.

tempi, tempi umani :-)

bon pomeriggio a voi,
e tanto tempo per voi

adriana

domenica, gennaio 28, 2007

riflessioni silenti

è ora che cambi un po' la mia vita, un ciclo sta finendo, mio figlio è diventato grande, sta per andar via, e ora la vita cambierà, sarebbe meglio guidare il processo, indirizzarlo verso cose più soddisfacenti per me

mi piacerebbe

mi piacerebbe
un'aia...
un pergolato
un albero di limoni,
un camino,
un forno a legna
un cane ciondolante,
un gatto freddoloso,
un amore caldo,
una pizza fumante,
una vita a modo mio

lunedì, gennaio 15, 2007

"5 cose che non sapevi di me"

ripresa da un blog a me noto e caro
"5 cose che non sapevi di me"
http://giuliozu. altervista. org/5cose. html

1) mi piace una sola poesia "QUESTO AMORE" per leggerla a mio piacere ho comprato la raccolta di tutte le poesie di Prevert;

2) non so fare le foto perché sono strabica;

3) amo molto gli odori, ad essi sono legati moltissimi ricordi. aromi preferiti. cannella, arancio, vaniglia;

4) la violenza mi annichilisce;

5) non mi piacciono i Beatles.

lunedì, gennaio 08, 2007

volare

difficile mestiere quello di genitore.

desidero sia felice,
sono orgogliosissima di lui,
delle sue conquiste.

e mi manca il mondo quando nn c'è,
ma deve volare

venerdì, gennaio 05, 2007

un neo peloso sulla guancia



allargato i due merletti di plastica trasparente
del linderone da mezzo kilo,

riempito il sacchetto di tulle con cioccolattini
ripieni artigianali,

una busta di parmigiano grattugiato
affinché porti con un Italia,

un trancetto del formaggio
affinché sia anche concreto

un pacco di biscotti secchi...
perché son buoni e non fan male

tanto amore,
attaccato un neo peloso sulla guancia

una controllatina alla scopa
e son pronta a volare

citan citando

pace

pace